lunedì 31 gennaio 2011

ADDIO ALLA PLASTICA?

Finalmente. È il gennaio 2011 e l’Italia sembra pronta a redimersi dallo shopper di plastica. È una piccola rivoluzione il divieto della produzione e commercializzazione dei cosiddetti “sacchetti da asporto finale” (negozio-casa): il simbolo di tutti gli usa e getta, universalmente presente, dalle Alpi alle Piramidi, dall’Himalaya all’Oceano Pacifico, dove ha contribuito a formare una “isola di spazzatura” -il Pacific Trash Vortex- che si estenderebbe per quasi 10 milioni di chilometri quadrati.
Derivati dal petrolio e dunque “fossili”, da quarant’anni circa gli shopper circolano nel mondo in numeri sempre più stellari: ultimamente, circa 20 miliardi di esemplari all’anno solo in Italia (fra i consumatori europei più voraci), 100 miliardi in Europa, e (secondo stime a partire da dati dell’Agenzia di protezione ambientale Usa, Epa) da 500 a 1.000 miliardi nel mondo.
L’addio italiano nasce da un dispositivo della legge finanziaria del 2007, che a sua volta ottemperava a una direttiva comunitaria del dicembre 1994 (la 94/62/Ce). Il divieto di produzione e commercializzazione di shopper non biodegradabili dal primo gennaio 2011 è accompagnato dalla concessione di qualche mese a supermercati e negozi per smaltire le scorte.
L’abolizione dei sacchetti di plastica era stata richiesta anche dal direttore del Programma per l’ambiente delle Nazioni Unite (Unep), e non a caso: per l’uso di qualche minuto, i sacchetti rimangono nell’ambiente da un minimo di 15 a un massimo di mille anni. Con notevoli effetti collaterali quando si disperdono: dall’uccisione di centinaia di migliaia di uccelli e altri animali marini a disastrosi allagamenti -in Bangladesh- dovuti all’intasamento degli scarichi.
Quanto al clima, l’Agenzia per l’ambiente del governo australiano ha calcolato le emissioni climalteranti provocate dalla produzione e distribuzione dei sacchetti di polietilene ad alta densità: più di 2 chili di CO2 per ogni chilo di sacchetti di plastica, per produrre il quale serve quasi un chilo di petrolio (900 grammi). Solo in Italia, la produzione di 300mila tonnellate di shopper ricavate dal petrolio comporta, secondo Legambiente, l’emissione di 200mila tonnellate di CO2.
Detto questo, il problema vero oggi è che queste “impresentabili appendici” di ogni acquisto rischiano di non sparire davvero dalla penisola. E che le alternative proposte non si dimostrano, a un’analisi puntuale, davvero “ecologiche”.
La confindustriale Unionplast (Federazione nazionale fra le industrie della gomma, cavi elettrici e affini e delle industrie trasformatrici di materie plastiche ed affini), ad esempio, chiede al Paese di tornare sui suoi passi, e lancia l’allarme occupazione per il comparto (fatturato medio di 800 milioni l’euro e 4mila dipendenti, ma non specifica quanti sono dedicati alla produzione di shopper). Il 5 novembre scorso Unionplast ha addirittura presentato un ricorso al Tar contro la delibera del Comune di Torino che, in anticipo, aveva messo al bando gli shopper non biodegradabili in tutta la città (bando che non è affatto rispettato...). E non si fermerà. Sostiene Unionplast che la direttiva europea 94/62 “packaging waste, che disciplina la gestione degli imballaggi e rifiuti da imballaggio, non vieta affatto i sacchetti non biodegradabili. Basta che in compenso essi abbiano uno di questi alti tre requisiti: riutizzabilità, recuperabilità, riciclabilità”. E, spiega trionfante Unionplast, a differenza del sacchetto di “bioplastica” da materie vegetali, che è solo biodegradabile, gli shopper di polietilene non biodegradabili presentano tutte le altre caratteristiche: si possono usare più volte, possono essere “recuperati” negli inceneritori, possono essere riciclabili. Questa difesa è tirata per i capelli, eppure Unionplast si dice sicura di vincere il ricorso contro Torino, e a livello nazionale suggerisce al governo di proporre piuttosto una campagna per stimolare i cittadini a riutilizzare più volte lo stesso shopper.
In ogni caso, il bando italiano riguarda solo i sacchetti “a canottiera”, cioè con i manici, e tra questi solo quelli destinati all’alimentare. Dovrebbero rimanere in circolazione non solo i sacchetti senza manici per ortofrutta (vedi box a p. 22) ma anche gli inutili e diffusi sacchetti da farmacia, cartoleria, tabaccheria. Nelle catene non alimentari, cioè, non cambierà nulla, se non a livello volontario. La finanziaria del 2007, a cui si riferisce l’attuale “bando”, prevede la sostituzione dei sacchetti di plastica con i cosiddetti eco-shopper in carta o “bioplastica” ricavata da mais e da altre materie vegetali, insomma polimeri biodegradabili e compostabili, certificato secondo lo standard europeo En 13432. Non è la soluzione ottimale: sono altri usa e getta, ma coltivati. Con scarsi vantaggi nel bilancio culturale e ambientale.
I sacchetti biodegradabili di amido di mais (Mater-Bi), di patate o girasole nascono da risorse di origine agricola. Secondo le dichiarazioni di Novamont, una delle aziende produttrici di bioplastiche, “basterebbero” 70mila ettari di terreno a mais e 600mila ettari a colture oleaginose per coprire l’intero fabbisogno italiano di plastiche flessibili per il packaging, pari a circa 1,5-2 milioni di tonnellate. Per parlare solo degli shopper da asporto finale, secondo calcoli di Legambiente per produrne 10 miliardi occorrerebbe 30mila ettari coltivati a mais. Occupare queste estensioni per farne shopper monouso (al più riusabili una volta per i rifiuti organici) significherà un grande impiego di acqua, pesticidi, fertilizzanti di sintesi, che inquinano le falde e comportano l’emissione di gas serra.
Inoltre, l’Italia già importa il 35% del mais consumato (anche se è la coltivazione agricola più diffusa in Italia). E sta aumentando la richiesta di mais per farne agrocarburanti.
Non è ancora stato calcolato, invece, quanta pasta di legno sarebbe necessaria per ricavare industrialmente miliardi di sacchetti di carta? Quanto alla bioplastica, uno studio condotto all’University of Pittsburgh, combinando analisi del ciclo di vita del prodotto e valutazioni legate ad aspetti di progettazione sostenibile, mette in dubbio la superiorità ambientale dei biopolimeri sulle plastiche tradizionali nelle fasi di produzione. Spiega Silvia Ricci, coordinatrice della campagna “Porta la sporta” (vedi box a fianco) promossa dall’associazione dei Comuni virtuosi: “Lavoriamo per la riduzione del monouso di qualunque materiale, che va disincentivato in modo da farlo diventare soluzione di emergenza e non ordinaria. L’esperienza che ha portato i risultati migliori è quella dell’Irlanda, dove una tassa sullo shopper di 22 centesimi di euro, introdotta nel 2007, ha determinato una riduzione del 90% nel consumo”.
Una risposta da cittadini, per aiutare e coinvolgere il “sistema Paese”, è far valere anche nel trasporto degli acquisti la regola delle 4R: rifiuta (l’usa e getta), riduci, riusa, ricicla. Possiamo contare su borse di tela per tutte le occasioni, da tenere a portata di mano ovunque. Per medie o grandi spese le possibilità sono diverse: borse agganciabili al carrello, trolley per la spesa, per sole bottiglie. Quanto alla piccole buste “da merceria”, si tratta semplicemente di rifiutarle. Evitando di alimentare l’usa e getta ogni famiglia italiana risparmierebbe, fra l’altro, l’emissione di 8 chili di gas serra all’anno, e le famiglie italiane sono 22 milioni...

Cotone elastico per la frutta
Nessun divieto all’orizzonte per i sacchetti senza manici, quelli che nei supermercati e nei mercati vengono messi a disposizione di chi acquista l’ortofrutta. Sono sacchetti da asporto intermedi: al mercato è facile farne a meno, chiedendo di pesare i diversi acquisti per poi metterli in una stessa borsa. Ma è difficile evitare l’usa e getta al reparto ortofrutta dei supermercati senza un “coinvolgimento” delle direzioni dei gruppi. Che potrebbero far propria la soluzione, italiana, studiata da Frà Production. L’azienda della provincia di Asti, specializzata nelle reti elastiche e non elastiche per il settore alimentare e medicale, centodieci dipendenti fissi, ha progettato e realizzato una resistente borsa per la spesa in cotone e a rete, denominata Ecottonbag. “È il futuro degli imballaggi, prenderà il posto dei sacchetti trasparenti da pesare -spiega l’amministratore delegato Mauro Mazza-: basta annodare i due capi e applicare l’etichetta”. La grande distribuzione potrebbe, in effetti, dotarsi di bilance con la tara predisposta all’utilizzo del retino, ben evidenziata da una cartellonistica efficace, dedicata ai clienti che vogliono servirsi dei retini riutilizzabili. Acquistati la prima volta a prezzo modico e riportati le volte successive.
La Cooperativa Alta Valsugana, con il coordinamento della Rete trentina di educazione ambientale per lo sviluppo sostenibile, è stata la prima a promuovere la retina lo scorso novembre, con ottimi risultati di gradimento. Info: www.ecottonbag.it, 0141-97.99.11

4 idee sulla sporta
“Porta la sporta” (www.portalasporta.it) offre consulenza gratuita a cittadini, amministratori, aziende, commercianti e loro associazioni, ambientalisti e movimenti spontanei. Per il 2011 ha lanciato nuove iniziative: 1) “Sfida all’ultima sporta”, rivolta a Comuni, Province e Regioni è una gara di riduzione degli shopper monouso a cui partecipano la popolazione, le scuole, gli esercizi: il montepremi in palio è destinato alla scuola del comune vincente; 2) “Mettile in rete!” si rivolge a cittadini, enti locali, commercianti e grande distribuzione come proposta concreta di riduzione degli imballaggi intermedi -di plastica o di carta- quando si acquista l’ortofrutta. È in corso anche la raccolta di firme “Mettila in rete in tutti i supermercati”.
3) “Il monouso di qualunque materiale? Solo a richiesta e solo a pagamento” punta a fare leva sul portafogli per disincentivare lo shopper monouso (anche di carta o mater-Bi). Missione e sfida: far accettare ai negozi e all’opinione pubblica l’adozione della sporta riutilizzabile, la migliore scelta in assoluto per l’ambiente.
4) “Costruirsi una sporta con stoffe riciclate!”: laboratori e -sul sito-cartamodelli per confezionare borse riciclando tessuti.

lunedì 24 gennaio 2011

per i gassisti di CortoCircuito flegreo

per chi volesse, è possibile prenotare e acquistare farina integrale di grano autoctono " carussedda del Cilento" di un nostro produttore Angelo avagliano www.tempadelfico.com a 2 euro al Kg.
prenotatela attraverso il gas flegreo gasflegreo@yahoogroups.com o scivendo a cortocircuito flegreo.
ciao a tutti

ancora da jerry

la visita da jerry è saltata per maltempo, la recuperiamo domenica se il tempo tiene.
Appuntamento sempre alle 10.00 alla metropolitana di Pozzuoli. ( io non potrò esserci ma conto su di voi)

mercoledì 19 gennaio 2011

ci vediamo domenica da Jerry

Anche nel 2011 Continuano le visite programmate


“Stringete la mano che vi nutre”
Continuano le visite programmate ai produttori di Corto Circuito flegreo.

Dal mese di Gennaio 2011 continuano le visite programmate. Le visite avranno carattere conviviale, informale e saranno improntate alla modalità dello scambio, della conoscenza e del consolidamento delle relazioni. Si potrà ,quindi, collaborare, scoprire, degustare, informarsi, giocare, divertirsi.
Invitiamo gli amici di CortoCircuito ad unirsi alle visite.

La 1à Visita dell’anno il 23 Gennaio a POZZUOLI presso l’autoproduttore Gerardo Di Francia detto Jerry Solfatara in località CIGLIANO
Partenza ore 10.00 in punto - Pozzuoli Metropolitana

La 2à Visita il 13 Febbraio a BAGNOLI presso L’azienda agricola Balestrieri Polverino (Peppino) località Monte Santangelo ;
Partenza ore 10.00 in punto da Pozzuoli Metropolitana

La 3à Visita il 13 Marzo a MARANO DI NAPOLI presso gli autoproduttori Melania e Piero Napolano – Associazione culturale TerraeNotae ;



Promuovono le visite :
Gruppo di Acquisto Solidale Flegreo “Terra di fuoco”, Giardino dell’Orco,
Altromodo Flegreo Laboratorio per la Cittadinanza attiva
info: cortocircuitoflegreo@gmail.com;
0818040302 /0818543238/ 3382232871

lunedì 17 gennaio 2011

MANGIA COME PARLI

Mangia come Parli: Sezione Speciale di Fa' la cosa giusta! 2011
Terre di mezzo Eventi e Insieme nelle Terre di mezzo Onlus organizzano l'ottava edizione nazionale di Fa' la cosa giusta!, che si terrà a Milano dal 25 al 27 marzo 2011, presso i padiglioni 2 e 4 di fieramilanocity, nello storico quartiere fieristico della città.

Fa' la cosa giusta! fin dalla prima edizione del 2004 ha scelto di porre al centro delle sue riflessioni l'agricoltura e l'alimentazione, due temi che saranno centrali durante l'Expo 2015, il cui claim è "Nutrire il pianeta, energia per la vita". Due temi strategici, strettamente collegati, ma di non facile analisi per la complessa interazione tra globalizzazione, commercio e finanza internazionale, cambiamenti climatici, esaurimento delle risorse e crescita della popolazione mondiale.

Siamo infatti convinti, come sosteneva Wandell Barry, che "il mangiare è un atto agricolo" e che "il modo in cui mangiamo determina [...] la maniera in cui viene usato il mondo". Nulla come il "nutrirsi" sintetizza le relazioni positive e negative tra dinamiche globali e azioni locali, nella produzione come nel consumo. Per questo abbiamo scelto "Mangia come parli", come sezione speciale dell'edizione 2011, "cuore" attorno a cui si articolerà tutta la prossima Fa' la cosa giusta!

Mangia come parli, con più di 130 espositori e decine di incontri, degustazioni e laboratori, è già oggi uno dei più importanti eventi in Italia dedicati al tema dell'alimentazione sostenibile: una grande "tavola imbandita" dove si siederanno produttori di agricoltura biologica, biodinamica, a "km zero" e del commercio equo e solidale; Gruppi d'Acquisto Solidale; presidi Slowfood; fattorie sociali e didattiche; consorzi di prodotti tipici; media e blogger di settore; ONG, community di cuochi e gourmet, istituzioni nazionali e locali con politiche di educazione alimentare e promozione dell'agricoltura e di una alimentazione sana.

Si tratta di un coeso network relazionale impegnato quotidianamente nel garantire, in Italia e nel mondo, il diritto di ciascuno a un'alimentazione genuina e sufficiente ("sicurezza alimentare"), prodotta in base alla cultura locale e alle libere scelte della popolazione ("sovranità alimentare") e nel rispetto dell'ambiente e della dignità del lavoro.

A "Mangia come parli", l'attenzione sarà posta sulla qualità dei prodotti che arrivano sulle nostre tavole, sulla valorizzazione dei prodotti tipici dei mille territori italiani, sulla riduzione degli sprechi derivanti dal packaging, sulle distorsioni dell'attuale filiera distributiva, sulle mense scolastiche a filiera corta, ecc. In sintesi, sulla importanza dell'agricoltura sostenibile per lo sviluppo economico del nostro paese. Inoltre i produttori potranno presentare i propri prodotti, servizi e progetti a 70.000 visitatori, disponibili, anche in tempi di crisi, a spendere fino al 15% in più per alimenti che garantiscano gusto e genuinità insieme al rispetto dell'ambiente e delle tradizioni.

A testimoniarlo sono tutte le più recenti ricerche di mercato, che evidenziano come esista una crescente consapevolezza nei consumatori nella scelta di prodotti biologici, stagionali, legati al territorio, in quanto: garanzia di genuinità e sicurezza alimentare, più rispettosi dell'ambiente nel loro ciclo di vita, testimonianza delle storie e tradizioni della nostra terra.

Infine, una particolare attenzione sarà dedicato ai momenti BtoB: "Mangia come parli" sarà l'occasione per chi produce eccellenza e sostenibilità di stringere rapporti economici duraturi - perché fondate su fiducia reciproca e valori condivisi - non solo con i gruppi d'acquisto, ma anche con albergatori, ristoratori, imprese e realtà della piccola distribuzione, sempre più attenti alle potenzialità di innovazione e crescita di questo mondo. Basti citare che i prodotti biologici, nel 2009, hanno registrato un aumento, in termini monetari, del 7,4% (fonte: Ismea/Nielsen)

giovedì 13 gennaio 2011

MANGIACOMEPARLI - INTERESSE STRATEGICO NAZIONALE

Accademia Mediterranea per l'Agroecologia e la Vita (AMA la Vita)
Gentili produttori Biologici,
In occasione della vostra assemblea nazionale Produttori Biologici Federbio prevista per i giorni 8-9 febbraio 2011 a Milano,
vi invio questo articolo pubblicato al Convegno Nazionale di Medicina Integrata a Spoleto, ottobre 2010.
Con un allegato drammatico sulla situazione sanitaria e ambientale italiana (+ 3% all'anno di tumori neonatali)
Al fine cdi contribuire all'elaborazione di un Piano Nazionale di Riconversione Biologica di tutta l'Agricoltura Italiana
e a sollecitare l'immediato Divieto d'uso di tutti i Pesticidi Chimici, Inutili e Tossici, nella nostra agricoltura
Contattate allo Studio Agernova per aderire ai ricorsi amministrativi attualemnte in atto in Umbria, Toscana, Marche e Campania, al fine di ottenere i giusti pagamenti agroambientali per il Biologico e la sospensione dei pagamenti agroambientali non conformi erogati alla falsa Agricoltura Integrata.
All'assemblea di Milano porteremo la proposta per un ricorso alle Procure della Repubblica, per violazione dei diritti alla salute e all'Ambiente salubre e dolo reiterato nell'applicazione delle misure agroambientali cominitarie ed alla Corte dei Conti per la Sospensione immediata dei pagamenti agroambientali all'agricoltura Integrata falsa.
con i più cari saluti
Prof. Giuseppe Altieri, Agroecologo
Docente Ordinario di Fitopatologia, Entomologia, Agricoltura Biologica
Studio AGERNOVA - Servizi Avanzati per l'Agroecologia e la Ricerca
ACCADEMIA MEDITERRANEA PER L'AGROECOLOGIA E LA VITA (AMA la Vita)
Loc. Viepri Centro 15, 06056 Massa Martana (PG)
tel 075-8947433, Cell 347-4259872
P. IVA 02322010543
Email: agernova@libero.it
http://www.agernova.it
www.mangiacomeparli.net
---------------------------------
AGRICOLTURA BIOLOGICA: QUESTIONE DI INTERESSE STRATEGICO NAZIONALE
Priorità e criticità nei Programmi Agroambientali europei e regionali per la tutela dei diritti inviolabili alla salute ed all'ambiente
di Giuseppe Altieri, Agroecologo
La Fame e la Sete... dei mercanti
E' finalmente di pubblico dominio il fatto che l'Agricoltura e la Zootecnia industriale rappresentano oggi il fattore principale di emissioni di Gas Serra (CO2, Metano, Ossidi di Azoto dalla produzione di concimi chimici, ecc), con oltre il 30% delle emissioni totali e che gli allevamenti industriali producono più CO2 (e metano) di tutti i trasporti mondiali !! Senza tener conto che, a causa della cosiddetta globalizzazione, la maggior parte dei trasporti mondiali avviene a carico di prodotti agroalimentari che solcano gli oceani in lungo e in largo.Una marea di vere e proprie "fesserie pseudoscientifiche" vengono buttate in pasto ai mass media, seppur partendo da dati reali sulle crisi di produttività dei terreni agricoli e sugli sconvolgimenti climatici, che desertificano le terre, ma la causa principale è da imputarsi alla chimica dei Pesticidi e dei Disseccanti che distruggono l'Humus (incrementando ulteriormente i Gas Serra), e compromettono la salute degli Agricoltori e dei Consumatori.
Si vuol preparare la gente alla fame e alla sete...
...quella dei Mercanti che monopolizzano i mercati agricoli, speculando sui bisogni primari dei consumatori, mentre i prezzi pagati agli agricoltori hanno raggiunto all'ultimo raccolto, il minimo storico, con la paglia (12 €/q.le) che vale più del grano (11,5 €/q.le)... mai successo nella storia umana !!!
Come è possibile tutto ciò?
Oggi alleviamo a livello mondiale circa 8 miliardi di bovini equivalenti che mangiano almeno come 20 miliardi di persone, in fabbriche di animali piene di medicinali ed ormoni. Li nutriamo con Mais, Soia e altri prodotti e sottoprodotti agricoli e industriali (spesso OGM) che consumano più petrolio dell'energia solare fissata attraverso la fotosintesi dalle loro coltivazioni, a causa dell'agricoltura industriale, energivora e chimicizzata, che sta massacrando da 50 anni i terreni più fertili e produttivi in tutto il mondo.
In tal modo accumuliamo, in particolare nelle carni, moltissimi residui chimici, soprattutto Pesticidi...
...mentre 1 miliardo di esseri umani soffrono la fame nera.
Bisogna fermarsi, anche perchè ...è già troppo tardi.
E' proprio il caso di dire ..."c'è troppo cibo per poter mangiare tutti"
L'eccedenza in ogni settore agroalimentare crea crisi dei mercati e crollo dei prezzi alla produzione e tutto vantaggio degli speculatori che controllano i mercati internazionali, mettendo a rischio le sicurezze alimentari di tutti i paesi e le loro economie agricole tradizionali.
In Italia almeno 800.000 ditte di agricoltori hanno chiuso o fallito negli ultimi 10 anni (Fonte Coldiretti), con un indotto di almeno 3 milioni di posti di lavoro persi !!! (mentre ci preoccupiamo della FIAT, per poche decine di migliaia di posti di lavoro persi, che dovrebbero essere immediatamente riportati in Agricoltura, approfittando della crisi industriale).
Basterebbe puntare alla sovranità alimentare autosufficiente dei singoli popoli, attraverso l'Agroecologia e le Produzioni Biologiche Tardizionali locali, organizzate con filiere corte o dirette, dai produttori ai consumatori.
Dove se non in Italia?
Il paese più ricco del mondo in quanto a biodiversità e tradizione agroalimentare sta subendo un attacco mortale al suo patrimonio primario, Agricolo e Sementiero ed alla salute del suo popolo, con un tasso di malattie degenerative e tumorali semplicemente spaventoso.
Tanto per fare un esempio vorrei ricordare che l'80% della popolazione del Sud America riesce a nutrirsi in autosufficienza, coltivando appena il 30% dei terreni agricoli. E siamo parlando di quelli marginali e meno produttivi, di alta collina e montagna, laddove sopravvive solo l'Agricoltura tradizionale.
Lo stesso accade in India, dove vi sono, per fortuna, ancora 800 milioni di contadini tradizionali, che garantiscono la sovranità alimentare del paese, anche se milioni di tonnellate di derrate vengono distrutte nei magazzini, invece di destinarle ai poveri che non hanno soldi per mangiare.
Ed è noto (fonte FAO), che in tutti i sistemi agricoli mondiali, con l'aumentare delle superfici medie delle aziende agricole diminuisce notevolmente la produttività per ettaro di terreno, dal momento che l'industrializzazione non rende possibili le consociazioni colturali e i corretti avvicendamenti. Molti sistemi policolturali di "Agricoltura Sinergica" consentono produzioni doppie e triple di quelle industriali, risultando nel contempo protettive dell'ambiente, della salute e della fertilità dei terreni. E produttive di posti di lavoro dignitosi in una agricoltura nel contempo moderna e tradizionale, in sostanza Agroecologica.
Un paese come Cuba, ridotto alla fame nel 1989 a causa dell'embargo e dell'abbandono da parte dei sovietici, si è rimboccata le maniche e in dieci anni di "Periodo Especial" ha ricostruito un tessuto rurale che ha portato gli agricoltori dal 4 al 20% della popolazione, recuperando l'autosufficienza alimentare e sanitaria (Medicina Naturale), con sistemi di produzione biologici avanzatissimi, recuperando parzialmente anche la trazione animale. Di necessità virtù... (G. Altieri: "La rivoluzione della Naturaleza", Mediterraneo, n° 3).
"Cibus Ecologicus in primis"
Così si diceva nella Antica Roma, per il popolo più sano e forte del mondo dell'epoca. Laddove non era necessario l'appellativo di Ecologico o Biologico, dal momento che i prodotti di sintesi semplicemente non esistevano, come d'altronde appena 50 anni fa... come ci ricorda lo splendido documentario di Enrico Bellani "Respiro di Terra", sull'agricoltura tradizionale umbra del 1973, sottoposta al primo assedio dei Mercanti.
E non si tratta certo di rifiutare la meccanizzazione o di tornare alla zappa, anche se un grande sviluppo dell'orticoltura familiare è oggi auspicabile e di cronaca, anche grazie alla cosiddetta "crisi economica", in realtà finanziaria, per la troppa concentrazione dei capitali in poche avide mani.
Ed allora "Mangiacomeparli"... è proprio il caso di dire. E ne abbiamo fatto anche un marchio a garanzia dei consumatori, 100% Italiano, 100% OGM Free, 100% Biologico, secondo le norme di legge. Ovvero, torniamo alla Tardizione Agroecologica basata sulla Biodiversità della nostra agricoltura.
Liberiamo l'agricoltura dall'Industria chimica dei Pesticidi, inutili e tossici, venduti da una rete fittissima di commercianti senza scrupoli, in assenza di un'assistenza tecnica indipendente (su cui la comunità europea aveva investito notevoli risorse negli anni '80-'90), finita purtroppo nel lavoro burocratico dei cosiddetti sindacati agricoli, che decidono in concertazione le politiche regionali.
Liberiamola dalla trasformazione agro-alimentare industriale truccata per i supermarkets... e, soprattutto, dal Commercio speculativo, che lascia agli agricoltori meno del 20% del prezzo pagato dal consumatore.
In sostanza: andiamo a far la spesa in campagna attraverso filiere corte o dirette dal produttore al consumatore; ed insegnamo ai nostri figli gli odori e i sapori veri della Natura.
In fondo, tutto questo è previsto dalle normative Europee da almeno 15 anni, con l'avvio dei Programmi Agroambientali Europei (Reg. CE 2078/92), obbligatori all'interno dei cosiddetti Piani di Sviluppo Rurale (le finanziarie agricole regionali).
Ma, come vedremo, le cose purtroppo non sono andate come i legislatori europei avevano previsto ed i recepimenti tecnico giuridici regionali, con miopia ormai cronica, hanno per lo più contrastato gli obiettivi della politica comunitaria agroambientale.
Priorità e criticità nei Programmi Agroambientali europei e regionali per la tutela dei diritti inviolabili alla salute e all'ambiente
Dal 2007 al 2013 l'Europa ha stanziato 200 miliardi di € per lo Sviluppo Rurale con priorità Agroecologica, una cifra enorme, per pagare i servizi forniti dagli agricoltori e non più solo per il semplice sostegno al reddito (il cosiddetto premio PAC), che ancora oggi utilizza enormi risorse comunitarie per pagare gli allevamenti industriali in base al numero di capi allevati, una vera follia !
Un vero e proprio "suicidio umano di massa, provocato uno sterminio animale di massa".
Oggi in Italia abbiamo ancora oltre 17 miliardi di € da spendere per le finanziarie agricole di Sviluppo Rurale Regionali (PSR). Soldi che rischiano di tornare a Bruxelles, per mancanza di volontà di riconversione biologica dell'Agricoltura da parte delle Regioni, che non erogano pagamenti congrui e sufficienti a sostenere gli agricoltori ed allevatori biologici. Tanto che il governo pensa a un Piano Nazionale Agroambientale per lo Sviluppo Rurale, scavalcando le Regioni stesse. E ne avrebbe anche diritto, trattandosi di Ambiente e Salute (Art. 9 e 32 della Costituzione), diritti inviolabili tutelati dallo Stato e non delegati alle regioni.
Esiste l'obbligo di destinazione di almeno il 40% dei bilanci regionali dei PSR per i Pagamenti Agroambientali (con priorità fino al 60% in caso di domande di impegno quinquennale da parte degli agricoltori ed allevatori biologici). Ciò a compensare tutti i mancati redditi, i maggiori costi + il 20% per la transazione all'Agricoltura Biologica o per la "Sostituzione reale" dei Pesticidi, come prevedono i regolamenti comunitari di riferimento, obbligatori e prioritari.
E non come accaduto spessissimo per fittizie presunte riduzioni degli inputs chimici denominate impropriamente "Agricoltura Integrata", censurate come non controllabili ne verificabili dalla Corte dei Conti Europea (in particolare con la Nota n. 3/2005). Escamotage attraverso il quale si stanno sperperando enormi risorse Agroambientali, (che dovrebbero pagare un servizio) per sostenere in realtà i redditi degli agricoltori ...che acquistano Pesticidi, secondo elenchi redatti dalle regioni (Disciplinari di Agricoltura Integrata), basati su ipotesi di presunte riduzioni di impiego di pesticidi, ovvero di "lotta chimica guidata", senza obblighi di "sostituzione" degli stessi pesticidi con tecniche biologiche e naturali oggi ampiamente disponibili sul mercato.
Disciplinari anacronistici e non scientifici, che permettono addirittura un numero di interventi chimici molto superiore a quanto normalmente praticato oggi dagli agricoltori. A tutolo di esempio la Regione Umbria ha inserito nel 2010, tra le misure agroambientali, un Pagamento per presunte riduzioni di impiego di diserbanti sul Tabacco, da 3/4 presunti a 2 interventi (quando in realtà oggi i tabacchicoltori impiegano mediamente un solo diserbo sulla coltivazione, ndr) e per altrettanto presunte riduzioni di quantità di impiego di fungicidi chimici (ovviamente non controllabili). In tal modo la Tabacchicoltura chimica ottiene un contributo doppio a quella Biologica... una contraddizione palese: e non si spiega come possa essere stata approvata dalla Commissione europea, che troppo spesso "copre" il lavoro non corretto delle regioni, puntualmente censurato dalla Corte dei Conti UE.
L'esempio del Tabacco vale ovviamente per tutti i disciplinari di Agricoltura Integrata delle diverse coltivazioni sovvenzionate attraverso pagamenti agroambeintali non conformi ed in contrasto con gli obiettivi, il cui risultato è stato addirittura negativo. In tal modo il mercato dei Pesticidi è continuamente cresciuto in Italia, superando ampiamente il 30% di tutte le vendite europee e le nostre acque sono per lo più inquinate da residui chimici oltre i limiti di legge, con ben 118 Pesticidi rilevati (Agrisole 21-27 maggio 2010, fonte ARPA - ISPRA).
Ricordo a tal proposito che secondo l'aurotevole Istituto Oncologico Ramazzini di Bologna il concetto di "soglia di tolleranza" non è corretto dal punto di vista scientifico medico, dal momento che ogni presenza di sostanze chimiche estranee al metabolismo umano naturale, provocano un rischio ad effetto mutageno, teratogeno e cancerogeno, le cui conseguenze dipendono semmai dalla attività individuale del sistema immunitario. Sarebbe pertanto più corretto partìlare di soglie di danno accettato, ovvero di "Intolleranza", laddove i bambini sopportano oggi dosi di residui chimici molto più elevate essendo questi ultimi tarati su un corpo adulto di 60 kg di peso !!
Residui che continuano ad accumularsi nel nostro corpo da decenni, finche non saremo più in grado di sopportarli fisicamente (nonostante un referendum realizzato nel 1992, con oltre 19 milioni di voti (90% dei votanti) per l'abolizione di tale assurdità dalle norme di legge..
Tutto ciò continua ad avvenire oggi con il sostegno di Pagamenti Agroambientali inconcludenti ed artefatti, non controllabili ne verificabili, come inutilmente ci ricorda da almeno 10 anni la Corte dei Conti UE. Cose puntualmente denunciate nei servizi televisivi di Ambiente Italia (Giugno 2001) e Report Rai 3 ("Ipocrisia di Stato", "Come Bio comanda", di Sabrina Giannini e "Il Gene Sfigurato" di Carlo Pizzati).
E' per tali motivi che gli agricoltori biologici in quattro regioni (Umbria, Toscana, Marche e Campania) sono ricorsi, per ora, ai Tribunali amministrativi e al Consiglio di Stato, dopo un esposto alla Corte dei Conti dell'Umbria nel 2001. Sarebbe necessario un ricorso alla Corte di Giustizia europea, nei confronti di chi consente una distorsione talmente palese delle norme Agroambientali e Costituzionali dei paesi membri.
Un attentato continuo alla Salute Umana e della Natura
I tumori e il cancro aumentano in Italia in maniera impressionante, parallelamente al mercato dei Pesticidi (i dati del Veneto sono significativi, ndr), cosi come la spesa per la malattia, che oggi ha superato l'80% dei bilanci regionali (...e la chiamano sanità).I nostri bambini e le nostre cellule riproduttive sono più sensibili ai danni da Pesticidi, diserbanti e disseccanti "arancione", che distruggono anche il paesaggio italiano oltre alla salute, creando dissesti idrogeologici per mancanza di copertura invernale e primaverile dei suoli. E quando piove e l'acqua si porta giù la terra nei fiumi, sulla case della gente, sui treni e nelle strade, fino alle fabbriche. Come se non bastasse si irrorano strade, piazze e palazzi con Pesticidi di sintesi verso Zanzare, Mosce e altri insetti molesti, quando esistono forme di controllo ben più efficienti, di tipo Naturale e Biologico, ampiamente diffuse, nell'indifferenza dei Sindaci e di molte USSL, attraverso un lavoro troppo spesso nascosto da parte delle ditte produttrici e distributrici di Biocidi chimici..
Attraverso il progetto denominato ad arte "Polline sicuro", guidato dalle Multinazionali del Glifosate, si sono irrorate di disseccante GLIFOSATE tutte le strade del Bel Paese, mettendo a rischio la salute dei cittadini che passeggiano coi bambini o viaggiano in macchina. Addirittura nel novembre 2010 (vedasi ad esempio la s.s. Flaminia tra Foligno e Spoleto e l'E7), quando l'erba nemmeno cresce e i Batteri dormono per il freddo... per cui i residui dei disseccanti finiscono direttamente nelle acque, grazie alle abbondanti piogge si stagione.
I residui di tale prodotto sono rilevabili in tutte le acque sensibili analizzate, alla faccia della presunta biodegradabilità ed innocuità. Laddove un'autorevole ricerca svedese correla il Glifosate al Linfoma non Hodgkin ed altri studi a danni placentari anche a dosi infinitesime (cento volte inferiori ai limiti di legge dei residui negli alimenti).
Roba da inchiesta per le Procure della Repubblica. In Francia sono partite multe salate (oltre 1 miliardo di € per pubblicità menzognera alla Monsanto, che per anni ha indottrinato gli agricoltori e i cittadini sulla biodegradabilità e innocuità del prodotto, che molti usano addirittura nei giardini di casa !!!) ed in Argentina il prodotto è stato vietato dai tribunali ("Il Mondo secondo Monsanto", di M.M. Robin - Arianna Editrice)... mentre in Italia ...aspettiamo solo di morire?
A proposito, il Glifosate è inserito nei disciplinari di Agricoltura Integrata di tutte le regioni Italiane, con cui si erogano addirittura Pagamenti agli agricoltori che lo usano insieme a tantissimi altri pesticidi, togliendo risorse agli agricoltori biologici (come avvenuto in Toscana). Ed oggi assistiamo all'assurdo che Enti di Certificazione dell'Agricoltura Biologica, sempre in Toscana, si prestino a "controllare e verificare" ciò che non è controllabile ne verificabile, ovvero l'Agricoltura Integrata, in mancanza di obblighi di fatturazione dei Pesticidi chimici e in assenza di una ricetta che ne prescriva la vendita. Il consumatore pertanto viene ingannato con un marchio regionale rappresentato dalla bella farfallina dell'Agricoltura (dis)Integrata... Veramente un brutto esempio dell'Etica di alcuni Enti di Certificazione dell'Agricoltura Biologica in Toscana (CCPB, IMC, SUOLO E SALUTE, ICEA, BIOAGRICERT, QC&I), che farebbero bene a chiedere scusa ai consumatori ed interrompere questa "copertura oscena" di una vera e propria opera di distrazione di risorse comunitarie. Il sottoscritto ha inviato una relazione scritta fortemente critica sui disciplianri attuali, alla commissione del MIPAAF sull'Agricoltura Integrata e le procedure di controllo, sottoscritta per ora da un solo presidente di un'ente di certificazione Biologica, la BIOZOO.
I responsabili di questi attentati alla salute umana e all'ambiente sono ben noti. Ed i Sindaci potrebbero agire con divieti, in qualità di supremi tutori della Salute dei Propri cittadini, come ha fatto recentemente un Comune della Val di Non. E' necessario sollecitare i Sindaci ad attuare il Divieto d'impiego di Pesticidi chimici di sintesi nel territorio, che va dichiarato BIOLOGICO, dal momento che l'inquinamentoda pesticidi è arrivato a livelli di bio-accumulo pericolosissimi per la salute pubblica e i Pagamenti agroambientali dovrebbero rendere il Biologico conveniente "per legge" a tutti gli agricoltori .
Fermiamo lo scempio dei Pagamenti Agroambientali per l'Agricoltura Integrata nella chimica ed i venditori indisturbati di Pesticidi chimici di sintesi.
Converrebbe anche ai cosiddetti Consorzi Agrari vendere prodotti per l'Agricoltura Biologica: ci guadagnerebbero molto di più... soprattutto in un regime di corretti Pagamenti Agroambientali agli agricoltori biologici, che sarebbero ben felici di utilizzare prodotti naturali e concimi organici (anche se più costosi) invece della chimica mortale.
Gli stessi sindacati Agricoli che concertano le politiche regionali, oggi spesso in conflitto di interessi, essendo coinvolti nelle gestioni dei Consorzi Agrari che vendono prodotti chimici, potrebbero revisionare le loro politiche verso una "convergenza di interessi", per il bene di tutti, ovvero vendendo prodotti per l'agricoltura biologica, sostenuti dai Pagamenti Agroambientali Europei.
Anche le industrie chimiche del settore, alle ultime giornate fitopatologiche nazionali a Bologna, hanno chiesto norme più chiare in Italia, sulle questioni agroambientali (Agricoltura Integrata), al fine di poter investire nella diffusione delle tecniche sostitutive dei Pesticidi chimici di sintesi.
Insomma, le stesse industrie auspicano il divieto dei Pesticidi... cosa aspettiamo?
DIETA BIOLOGICA A PREVALENZA VEGETARIANA E MEDITERRANEA: FATTI E NON PAROLE
Dobbiamo ridurre di almeno il 70% gli animali allevati al mondo. Immediatamente.
In Italia, invece di allevare 10 milioni di Unita Bovine Adulte equivalenti (UBA), ne basterebbero 3 milioni in regime di allevamento biologico.
Eliminando in tal modo la necessità di importare milioni di tonnellate di OGM e Mangimi, lungamente stoccati e ad altissimo rischio di micotossine e residui di pesticidi e conservanti.
Rimarrebbero a disposizione degli italiani ancora ben 500 grammi di carne procapite alla settimana, allevata al pascolo naturale (o qualcosa in pù in equivalenza nutrizionale, sotto forma di latte o formaggi). Più un pò di pesce fresco pescato dai mari che ci circondano per migliaia di km (con un pò di bioaccumulo di residui chimici di tutti i tipi, che purtroppo attraverso i fiumi finiscono tutti a mare, purtroppo). Se proprio non vogliamo diventare vegetariani.
Non entrate nei Supermercati, signori miei... e state bene attenti a ciò che acquistate.
Fare la spesa Biologico direttamente dagli agricoltori migliorerà la salute... del pianeta, vostra, degli agricoltori... soprattutto quella dei vostri figli, che hanno diritto al futuro.
Torniamo alla Tradizione Agroecologica e all'Artigianato dei nostri Maestri dei campi e del Vino, del Grano e del Pane ...a un giusto prezzo.
La Madre Terra ha risorse abbondanti per tutti i propri figli...
...ma non potrà mai sfamare l'avidità dei pochi che non la rispettano,
in nome del dio denaro e del potere più stupido che si possa immaginare...
quello di far del male agli altri.
Allegato:
PIANO DI RICONVERSIONE BIOLOGICA DELL'AGRICOLTURA ITALIANA (Evitando distrazione di fondi verso una fittizia Agricoltura Integrata, concorrenziale all'Agricoltura Biologica)
- Seminativi avvicendati, Cereali e leguminose da granella: 3.000.000 Ha x 400 €/ha in media di pagamento agroambientale = 1,2 Miliadi di € (il pagamento, insufficiente, oggi previsto dalle Regioni è di circa 200 €/ha)
- Mais 800.000 ha x 600 €/ha = 0,48 miliardi di €
- Olivi: 1.000.000 ha x 500 €/ha = 0,5 Miliardi di €
- Vigneti: 700.000 € x 700 €/ha = 0,5 miliardi di €
- Frutteti: 400.000 ha x 1.500 € /ha = 0,6 miliardi di €
- Orticoltura: 200.000 ha x 2.500 €/ha = 0,5 miliardi di €
- Prati avvicendati, Pascoli e Prati Pascoli 3.500.000 di ha x 100 € ha = 0,35 miliardi di €
avanzano anche fondi per il Tabacco Biologico: 20.000 ha x 5.000 €/ha = 100 milioni di €
Totale di spesa prevista: 4 miliardi di € all'anno
Potremmo aggiungere 400 € per unita bovina adulta allevata in biologico (corrispondente a 3 maiali, 7 pecore, 100 galline, ecc) x 3.000.000 di UBA = 1,2 miliardi di €, così da liberare la zootecnia italiana dalla necessità di importare mangimi contaminati da OGM
Abbiamo ancora a disposizione oltre 17 miliradi di € da spendere, con priorità fino al 70% per i Pagamenti Agroambientali all'Agricoltura Biologica (circa 12 miliardi di € disponibili) nel periodo 2010-2013
Ovvero... possiamo riconvertire quasi tutta l'Italia al Biologico.
Oggi, non domani.
Prof. Giuseppe Altieri, Agroecologo
Docente Ordinario di Fitopatologia, Entomologia, Agricoltura Biologica
Studio AGERNOVA - Servizi Avanzati per l'Agroecologia e la Ricerca
ACCADEMIA MEDITERRANEA PER L'AGROECOLOGIA E LA VITA (AMA la Vita)
Loc. Viepri Centro 15, 06056 Massa Martana (PG)
tel 075-8947433, Cell 347-4259872
P. IVA 02322010543
Email: agernova@libero.it
http://www.agernova.it
www.mangiacomeparli.net
---------------------------------------------------------------------------------------
DISSECCANTI SULLE STRADE A NOVEMBRE QUANDO L'ERBA NON CRESCE E I BATTERI DORMONO... E NOI CE LI BEVIAMO E CE LI MANGIAMO...
118 Pesticidi nelle acque potabili (Fonte Arpa ISPRA Agrisole). Fermiamo i venditori di Chimica inutile e tossica !!
Abbiamo un Incremento di tumori neonatali del 3% all'anno in Italia...
...le Donne invece della Vita... partoriscono la Morte
di Giuseppe Altieri
E' necessario denunciare alle procure chi si è permesso di disseccare col glifosate tutte le strade del Regno colonia di Monsanto, chiamata Italia, con il Progetto denominato addirittura "Polline sicuro"... che ammazza "sicuramente" le Api ...e i cittadini.
Gestito dall'ANAS e dalle Province (con pochi sindaci a fare le ordinanze di divieto).
Il Prodotto usato è il Glifosate è importato dal Belgio
e il pesticida si è accumulato nelle acque potabili di mezza italia (Fonte ISPRA e ARPA) e induce linfoma non hodgkin (Ricerca autorevole svedese) e aborti tardivi... non è biodegradabile e per questo la Monsanto ha pagato una multa salatissima in Francia per pubblicità menzognera...
e in Italia... cosa aspettiamo a denunciarli alle procure?
Il disseccante, usato a man bassa soprattutto in agricoltura, contiene coformulanti segretati per brevetto... ancora più tossici del principio cosiddetto attivo... qualcuno sospetta che nel glifosate si nascondano le migliaia di tonnellate di diossina avanzate dall'agente orange del vietnam... almeno indaghiamo, o no?
prima di morire tutti, lo facciamo un'esposto per avviare le indagini?
o ci accontentiamo di un parere negativo del povero Tiberti di European Consumers?
A proposito, stavo dimenticando
il Glifosate è inserito nei disciplinari di Agricoltura Integrata, con cui si erogano addirittura contributi agli agricoltori che lo usano, insieme a tantissimi pesticidi... (programmi Agroambientali con Pagamenti quinquennali dei PSR regionali 2007-2013, ndr), togliendoli agli agricoltori biologici...
Fermiamo lo scempio dei Pagamenti Agroambientali per l'Agricoltura Integrata nella chimica
Fermiamo i venditori indisturbati di Pesticidi chimici di sintesi
Conviene anche a loro vendere prodotti per l'Agricoltura Biologica
ci guadagnerebbero molto di più...
Per la Cronaca è stata appena irrorata la Flaminia presso Spoleto-Foligno e verso Roma e l'E7... a novembre...
visto che in Inverno l'erba non cresce...
e i batteri dormano per il freddo
mentre le piogge portano tutto il glifosate e i suoi coformulanti nelle acque potabili e superficiali per uso irriguo
buon appetito
e non preoccupatevi se qualche rutto vi brucia un pò troppo...
...ora almeno sapete perchè.
Io mi arrampico sul Monte Martano a 900 metri e mi abbevero con le vacche locali a una fonte pulita a 5 minuti da casa
Sto pensando a voi e ai vostri figli...
Abbiamo un Incremento di tumori neonatali del 3% all'anno in Italia...
...le Donne invece della Vita... partoriscono la Morte.
saluti cari
Giuseppe Altieri

mercoledì 12 gennaio 2011

DACCI UNA MANO A VESTIRE LA LIBERTA'

Cari amici è intenzione della Jerry Masslo organizzare una sartoria sociale nel bene confiscato " La Casa di Alice" ; la sartoria( VESTIAMO LA LIBERTA’) occuperà ragazze uscite dal tunnel della prostituzione,e realizzerà modelli in stile africano. Le entrate , oltre a dare un reddito a queste nostre amiche , servirà anche a finanziare le altre attività assistenziali dell'Associazione Jerry Masslo. Per avviare la realizzazione di questo progetto abbiamo bisogno di un minimo di attrezzature: UNA LINEARE, UNA TAGLICUCI, UN TAVOLO ASPIRANTE, UN FERRO A VAPORE e Manichino di sartoria Chi può fornirci gratuitamente queste macchine, o vuole contribuire economicamente alla realizzazione del progetto , può contattarci presso i recapiti che trovate sul sito www.associazionejerrymasslo.it alla voce contatti
DACCI UNA MANO A VESTIRE LA LIBERTA'

lunedì 10 gennaio 2011

Festival della Biodiversità

Il ritorno dei contadini e Domenica 16 torna anche CortoCircuito Flegreo

Il ritorno dei contadini. un libro interessante
Si è parlato della «fine dei contadini», ma essi sono sempre presenti e, ancora oggi, rappresentano la
metà dell’umanità. Il ritorno dei contadini rivisita la storia delle classi contadine e mostra come
essa ha saputo preservare, in tutto il mondo, valori di solidarietà e di equilibrio ecologico
nonostante le devastazioni sociali e ambientali provocate dall’industrializzazione dell’agricoltura. In
prima linea di fronte ai grandi problemi che attraversano il pianeta — disoccupazione, ambiente,
salute —‘ i contadini avanzano proposte e creano alternative. E a loro che Silvia Pérez-Vitoria
dedica il suo studio appassionante, che dimostra quanto il ritorno dei contadini sia una vera a
propria fortuna per le nostre società.
Economista, sociologa e documentarista, Silvia Pérez-Vitoria collabora con «L’Ecologiste». Ha
realizzato vari documentari sui contadini (Stati Unit, Francia, Spagna, Messico, Eritrea, Bolivia,
Nicaragua). Ha partecipato all’opera collettiva Le Procès de la mondialisation (Fayard, Paris
200!) e ha coordinato Disfare lo sviluppo per rifare il mondo (Jaca Book, Milano 2005).

martedì 4 gennaio 2011

Anche nel 2011 Continuano le visite programmate

“Stringete la mano che vi nutre”
Continuano le visite programmate ai produttori di Corto Circuito flegreo.

Dal mese di Gennaio 2011 continuano le visite programmate. Le visite avranno carattere conviviale, informale e saranno improntate alla modalità dello scambio, della conoscenza e del consolidamento delle relazioni. Si potrà ,quindi, collaborare, scoprire, degustare, informarsi, giocare, divertirsi.
Invitiamo gli amici di CortoCircuito ad unirsi alle visite.

La 1à Visita dell’anno il 23 Gennaio a POZZUOLI presso l’autoproduttore Gerardo Di Francia detto Jerry Solfatara in località CIGLIANO
Partenza ore 10.00 in punto - Pozzuoli Metropolitana

La 2à Visita il 13 Febbraio a BAGNOLI presso L’azienda agricola Balestrieri Polverino (Peppino) località Monte Santangelo ;
Partenza ore 10.00 in punto da Pozzuoli Metropolitana

La 3à Visita il 13 Marzo a MARANO DI NAPOLI presso gli autoproduttori Melania e Piero Napolano – Associazione culturale TerraeNotae ;



Promuovono le visite :
Gruppo di Acquisto Solidale Flegreo “Terra di fuoco”, Giardino dell’Orco,
Altromodo Flegreo Laboratorio per la Cittadinanza attiva
info: cortocircuitoflegreo@gmail.com;
0818040302 /0818543238/ 3382232871